lunedì 23 settembre 2013

Amo ciò che di tenace ancora sopravvive nei miei occhi, adoro il mio essere perduto, la mia sostanza imperfetta. Pablo Neruda (12 Luglio 1904 - 23 Settembre de 1973)


Toglimi il panese vuoitoglimi l'ariama non togliermi il tuo sorrisoNon togliermi la rosa, la lancia che sgranil'acqua che d'improvviso scoppia nella tua gioia, la repentina onda d'argento che ti nasce.
Io non credo all'etàTutti i vecchi portano negli occhi un bambinoe i bambini a volte ci osservano come saggi anziani.
Un giorno, da qualche parte, in qualche posto, inevitabilmente ti incontrerai con te stesso. E questa, solo questa, può essere la più felice o la più amara delle tue giornate.
Perché tu possa ascoltarmi le mie parole si fanno sottili, a volte, come impronte di gabbiani sulla spiaggia.
E saprò accarezzare i nuovi fiori, perché tu m’insegnasti la tenerezza.
Il mio cuore si chiude come un fiore notturno.
Per il mio cuore basta il tuo petto, per la tua libertà bastano le mie ali.

Il gatto,
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso:
nacque completamente rifinito,
cammina solo e sa quello che vuole. Ode al gatto

Perchè tu possa ascoltarmi
le mie parole
si fanno sottili, a volte,
come impronte di gabbiani sulla spiaggia.
Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l'uva.
E le vedo ormai lontane le mie parole.
Più che mie sono tue.
Come edera crescono aggrappate al mio dolore antico.
Così si aggrappano alle pareti umide.
E' tua la colpa di questo gioco cruento.
Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.
Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,
e più di te sono abituate alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ciò che io voglio dirti
perchè tu le ascolti come voglio essere ascoltato.
Il vento dell'angoscia può ancora travolgerle.
Tempeste di sogni possono talora abbatterle.
Puoi sentire altre voci nella mia voce dolente.
Pianto di antiche bocche, sangue di antiche suppliche.
Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.
Seguimi, compagna, su quest'onda di angoscia.
Ma del tuo amore si vanno tingendo le mie parole.
Tutto ti prendi tu, tutto.
E io le intreccio tutte in una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l'uva.

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